Aperto anche a Paesi UE e continente americano, il Festival renderà omaggio ai grandi cineasti scomparsi nel 2020

Un centinaio di film, tra opere prime, anteprime mondiali ed europee, costituiscono il nucleo del XXXV Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, nella sua edizione più atipica e innovativa. Dal 7 al 15 novembre 2020, infatti, in seguito alle ultime disposizioni del Governo Italiano per contenere il contagio da covid-19, si terrà online, sulla piattaforma digitale Mowies.com, all’indirizzo https://cinelatinotrieste.mowies.com/ .

La scelta di una sezione online era già stata ampiamente prevista e ha rivelato immediatamente le sue potenzialità: in base agli accordi raggiunti con i registi e i produttori, infatti, i film, sottotitolati in italiano e in inglese, potranno in larga parte essere visti non solo in tutto il territorio italiano, ma anche negli altri Paesi dell’Unione Europea e nell’intero continente americano. “Il pubblico potrà scegliere i film che vorrà vedere cliccando sulle loro schede, quindi acquisterà il biglietto online e potrà accedere alla loro visione. È la prima volta che viene data questa grande occasione di visibilità agli autori  latinoamericani e siamo felici di aver trasformato quella che poteva essere una pesante limitazione in una bella opportunità per il cinema del subcontinente. Il Festival ha previsto anche un piano B, appoggiandosi ad una seconda piattaforma, per permettere ai giurati di visionare i film online”, dice il direttore del Festival del Cinema Latino Americano di Trieste Rodrigo Díaz.

La sezione Contemporanea Malvinas, invece, seguirà la programmazione prevista all’interno delle attività di Alternanza Scuola-Lavoro dell’Istituto Statale Marco Belli di Portogruaro, dove è costituita una giuria studentesca che, scegliendo il film vincitore tra quelli di questa sezione che tratta tematiche legate alla convivenza pacifica tra i popoli e l’osservanza del diritto internazionale, conferirà il Premio Malvinas. Si ringrazia la sensibilità di dirigenti e insegnanti che non hanno voluto mancare all’appuntamento con questa attività formativa consolidata negli anni, rendendo compatibile il progetto con le normali attività didattiche.

La Retrospettiva è dedicata al regista, produttore e sceneggiatore argentino Alberto Lecchi, e presenterà sei delle sue opere: Perdido por perdido (con un giovanissimo Ricardo Darín, poco prima dell’esplosione internazionale con Nove regine); Sola contigo; El juego de Arcibel; El frasco; Nueces para el amor (con Ariadna Gil, Gastón Pauls e Rodrigo de la Serna); Una estrella y dos cafés. Il regista, appena avuta notizia del DPCM entrato in vigore in Italia, ha voluto manifestare il suo supporto al Festival autorizzando la diffusione delle sue opere tramite la piattaforma Mowies in tutti i continenti.

Il Festival renderà omaggio ai grandi cineasti scomparsi nel 2020. In anteprima mondiale proietterà, in Concorso Ufficiale, Identidad tomada, ultima opera del grande cineasta messicano Gabriel Retes, terminata poco prima della sua scomparsa. L’argentino Marcelo Céspedes sarà ricordato con i film La ballena va llena, che firmò come regista, e Cuentas del Alma, di cui fu produttore; del messicano Jaime Humberto Hermosillo saranno proiettati i film De noche vienes Esmeralda, basato sull’opera di Elena Poniatowska, e María de mi corazón, con sceneggiatura di Gabriel Garcia Márquez. Per celebrare i cento anni dalla nascita del documentarista cubano Santiago Alvarez, il Festival presenterà il documentario Santiago de las Américas o el ojo del Tercer

Mundo del cineasta brasiliano Silvio Tendler.

Gli Eventi Speciali sono tre: El tren de la cultura di Carolina Espinoza Cartes; El despertar de un sueño di Luis Ernesto Doñas; Fidel de cerca di Eduardo Flores, Gabriel Beristain e Roberto Chile.

Sezioni in concorso

Quindici i film del Concorso Ufficiale, appartenenti alle cinematografie più affermate e interessanti del continente. Da segnalare, oltre all’anteprima mondiale di Identidad tomada – un regalo di Gabriel Retes al Festival -, anche l’esordio nell’horror di Augusto Tamayo, uno dei più apprezzati registi peruviani, sempre attento alla storia e alle leggende millenarie del suo Paese: Sebastiana, la maldición si muove tra passato coloniale e presente, con misteriose presenze come filo conduttore. Dall’Argentina arrivano Emilia di César Sodero, ritratto di donna che fa i conti con il proprio passato, e la coproduzione con il Brasile La fiesta silenciosa di Diego Fried e Federico Finkielstain, che racconta la svolta drammatica di una festa di matrimonio. Un’altra coproduzione, stavolta tra Cile, Argentina e Germania, ha un titolo che riprende un verso di Cesare Pavese, Vendrá la muerte y tendrá tus ojos e porta la firma di José Luis Torres Leiva, per parlare di un complicato rapporto tra donne. Fuego adentro di Jesús-Mario Lozano e Tritón di Arturo Villaseñor completano la presenza messicana nel Concorso Ufficiale.

Due i film venezuelani, a rappresentare una cinematografia che non sempre ha occasione di uscire dai confini locali: Lunes o martes, nunca domingo di Maruvi Leonett Villaquirán e Javier Martintereso Calvo e Voy por ti di Carmen La Roche. Fuori concorso, il film messicano di Día Seis di Juan Pablo Arroyo Abraham, che ricostruisce la storia di Carmen, giovane attrice divisa tra due uomini e sorpresa dalla malattia.

Nella Sezione Contemporanea Concorso, con 20 opere, tra lungometraggi e documentari, si racconta l’America Latina di ieri e di oggi, con un occhio speciale alle piccole storie locali. Un viaggio a 360° in un’America Latina raccontata ancora una volta, come vuole la tradizione del Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, da molte registe, per fare i conti con le disuguaglianze, le ferite non ancora rimarginate, le difficoltà degli esclusi, i tesori delle culture millenarie isolate sugli altipiani o nelle antiche valli. E per raccontare anche la vivacità degli incontri culturali, la caparbietà delle donne, l’allegria delle tradizioni musicali, lo spirito inquieto e ribelle di chi rifiuta la sottomissione. Dalle difficoltà dell’immigrazione visti con gli occhi di una

donna (Tanya di Agustina Massa) alla storia del corso di Sociologia dell’Università di Buenos Aires, voluta dall’italiano Gino Germani e diventata centro del pensiero e del dibattito in Argentina (Los modernos di Guillermo De Carli); dall’intramontabile fascino de L’Avana, stavolta sfondo di sei storie d’amore (Habana selfies di Arturo Daniel Santana) a una riflessione sulla nuova cinematografia cubana partendo da un ritratto di Julio García Espinosa (Retrato de un artista siempre adolescente di Manuel Herrera), fino alla denuncia dei danni ambientali causati dallo sfruttamento del Golfo del Messico (Nauhcampatépetl Copre de Perote di Gualberto Díaz González).

L’intero programma è visibile su: www.cinelatinotrieste.org/festival2020/

Si ringrazia l’A.P.C.L.A.I (Associazione per la Promozione della Cultura Latino Americana in Italia)

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