Con la nostra inviata speciale Vittoria Malignani alla scoperta di un luogo poco conosciuto ma ricco di fascino e di meraviglie nascoste

La nostra amica ed “inviata speciale” Vittoria Malignani, dopo averci portato alla scoperta della Cima Ovest dei Monti Musi, ci conduce in un nuovo contesto meraviglioso anche se a volte un po’ “trascurato”, poiché luogo di passaggio per altre località più note di quest’area montana.  A noi di Esplora & Ama piace scoprire anche le più piccole e sconosciute perle del Friuli Venezia Giulia e quindi ben volentieri ascoltiamo il suo racconto e ve lo proponiamo su queste pagine, per farlo conoscere anche a voi!! 

 Ci troviamo ad Ampezzo Carnico, sulla SS52 in direzione Forni di Sottopresso la località di Cima Corso. 

Il Biotopo di Cima Corso è stata una scoperta! Non avrei mai immaginato che nel cuore della Carnia potesse esserci un posto simile. I locali dicono scherzando che “È l’unico luogo di montagna dovè possibile trovare zanzare!”. Tralasciando questo simpatico siparietto, è una gita per tutti, ideale per i bambini o semplicemente per chi  vuole sgranchirsi le gambe dopo un buon pranzo nella vicina locanda del Monte Jôf, dovè anche possibile lasciare la macchina nell’ampio e comodo parcheggio.  

La palude ha origini antiche: si tratta di un residuo di un antico lago post-glaciale e viene alimentata dalle sole precipitazioni atmosferiche. Il paesaggio è bucolico, riposanteimmersivo: rilassatevi all’ombra della foresta, ascoltate i canneti frusciare e, se sarete abbastanza attenti, osservate la vita anfibia nello stagno. Questo è il regno dei tritoni, delle rane e delle salamandre! Vi invitiamo a non provare a toccarle, a meno che non sappiate come farlo, in quanto la nostra temperatura corporea è di molto superiore alla loro (poiché animali a sangue freddo) e quindi le nostre mani, per loro, sono come piastre da cucina ardenti. 

Il punto di partenza del percorso è segnalato da un cartello, con tanto di tabellone ed itinerario. Si inizia con un cammino rilassante e privo di difficoltà, costeggiando un corso d’acqua limpido. Il sentiero passa attraverso alcuni prati e un ricovero di mucche, sino a raggiungere un tratto di strada asfaltata. Il monte Tinisa ci osserva dall’alto in tutta la sua bellezza selvaggia. Si mantiene la destra al bivio e si prosegue in direzione della torbiera. Da qui inizia il vero percorso naturalistico che, grazie a passerelle di legno, ci porta a scoprire la palude. Fermatevi nella piccola area di sosta e osservate i contrasti tra l’oro delle canne ed il verde della foresta (in estate); se affronterete questo percorso in autunno lo spettacolo è assicurato da un incendio di colori infuocati e dorati che vi riscalderanno il cuore. Se decideste di fare questo itinerario in inverno, non aspettatevi di trovare molta attività acquatica, sarà senz’altro un bel giro tra la neve, ma attenzione alle insidie del gelo: essendo un terreno paludoso possono esserci pericolose lastre di ghiaccio. Quindi munitevi di ramponcini e bastoni telescopici se proprio non volete rinunciare a questa escursione, che in tali condizioni non è assolutamente da sottovalutare.  

Proseguite verso la faggeta e se sarete abbastanza fortunati potreste incontrare qualche anfibio sapientemente mimetizzato. Mantenete la sinistra seguendo il sentiero che porta ad un’ampia piana erbosa; svoltando a destra si potrebbe arrivare ad un punto di osservazione pericolante che, dopo la tempesta Vaia, non è ancora stato ripristinato. Dalla piana erbosa si attraversa il prato dritti verso la Case Nemboluzza, ricongiungendosi così alla strada asfaltata che ci riporterà al primo bivio incontrato per poi chiudere l’anello.  

Se affronterete questo itinerario in estate, consiglio vivamente uno spray anti zecche, calze lunghe e controlli frequenti, specie dopo l’attraversamento di quest’ultimo tratto di prato. Non sono richieste pedule da montagna pesanti, ma vi sconsiglio di andare con le scarpe da ginnastica classiche, poiché il sentiero si sviluppa su un itinerario umido e a tratti fangoso. Meglio optare per delle scarpette in goretex e con la suola abbastanza scolpita. 

E ricordate… La montagna è bella anche vicino a casa! Pubblicate i vostri scatti su Instagram con l’hashtag #progettoampezzocarnico  

 Per maggiori informazioni vi consigliamo di visitare il sito www.ampezzocarnico.it a cura di Silvia Tullio ltan 

 DATI TECNICI: 

Tempo di percorrenza: 50 minuti 

Difficoltà: T (turistica) 

Lunghezza percorso: 3,28 km 

Dislivello: 70 m 

Fondo: Strada asfaltata e sentiero  

Copyright foto: Vittoria Malignani©