Scoprire la Land Art . Si parte da lontano.
Si parte da origini contadine, quelle vere, quelle che ancora non comprendevano trattori perché ancora non c’erano. Quindi buoi, carri con ruote di legno, aratro manuale tirato dai buoi.
Poi si cresce, si va a scuola per fare un lavoro ”nobile”, tipo lavorare in banca (!), il sogno di riscatto dei nostri genitori contadini che ci hanno “fatto studiare” per toglierci alla terra.
Troppo tardi. La Terra quando ti entra ti entra! Non te lo togli più quell’amore verso di Lei, verso la Natura quando l’hai vissuta con le mani e con l’anima, quando hai imparato ad amarla e hai capito che è lei la vera genitrice. Non bastano medie, superiori e università a cancellare quello che è oramai entrato nel tuo DNA.
Ok.
Poi incontri qualcuno che, anche se con note diverse, ama le stesse cose.
Dopo anni di lavori paralleli in banca e in grafica pubblicitaria con carriere e promozioni arriva il momento: la decisione di ritornare alla Natura ma da un’altra porta, quella della trasformazione, della creatività.
Si entra dapprima nella fioristica. Ma troppo poco. Si cercano scuole di formazione superiore che troviamo in Svizzera, a Basilea per la precisione. Quattro anni di formazione forte, durissima in lingua straniera ( la formazione linguistica precedentemente acquisita è stata fondamentale) e strettamente legata alla Natura, alla trasformazione creativa e soprattutto rispettosa dei materiali che Lei ci offre. Oltre una ventina di esami e la tesi finale che dura tre giorni: discussione del tema imposto dalla scuola, lavori prodotti sul tema, teorie, botanica.
Diploma internazionale trilingue e inizia il periodo dell’insegnamento. Ovunque dove la scuola ne ha necessità: dalla Russia alla Spagna, Sud Africa, Canada, Lituania ecc. Anni importanti, perché quando tu insegni le tecniche gli studenti ti ripagano con la loro infinita creatività, estremamente diversificata. E i confini si allargano, si ampliano, alla fine scompaiono e capisci che la Natura è Arte vera, e che tu puoi giocarci all’infinito rispettandola dalle radici.
Quindi ci siamo: la scoperta della Land Art.
Qui suggerisco di visitare il nostro sito: www.vivoverde.com http://www.vivoverde.com/it/
Land Art: arte della terra, con la terra, per la terra, arte effimera, opere d’arte che ritorneranno alla Natura che col tempo si riprenderà tutto. Cosa resta all’artista? La ricchezza delle scoperta legate a quest’Arte: conoscenza diretta dei materiali, una creatività senza fine, le tecniche spesso impensabili che spessissimo bisogna inventarsi per assemblare i vari materiali, quindi col cervello vivo, attivo al massimo, l’interazione totale con il mondo naturale, e l’apprendere le capacità di creare qualcosa di umano totalmente inserito nell’ambiente naturale dove si opera.
Infine ultima, ma non ultima, la capacità di “lasciar andare”, il non possesso delle cose, la presa di coscienza che non sei tu padrone di quello che la Natura ti permette di creare. La consapevolezza che puoi ripartire di nuovo anche con gli stessi materiali ma spaziare libero in invenzioni totalmente diverse, in una parola la perdita dei limiti creativi. La Libertà.
Gli eventi e i progetti per i bambini
Da qui varie partecipazioni un po’ in tutto il mondo a rappresentare l’Italia in meeting e concorsi, portando orgogliosamente alta la bandiera italiana con premi e riconoscimenti internazionali. Fino a quando capisci che è ora di depositare su qualcuno quanto hai imparato, altrimenti morirà con te. Sui giovani di sicuro, ma anche pescare fra i meno giovani per ricondurli al rispetto e conoscenza della Natura, che spesso con la corsa frenetica del vivere si perdono.
Quindi nasce “Humus Park” (www.humuspark.it http://www.humuspark.it/it/ ) che abbiamo creato inizialmente per il Comune di Pordenone, poi allargatasi a 3 parchi in contemporanea: parco del Seminario, parco del Castello di Torre, parco del Palù di Livenza. Furono coinvolti 28 artisti stranieri specializzati in Land Art, 20 artisti italiani di varie tipologie alla loro prima esperienza in quest’arte, 3 licei artistici fra Friuli e Veneto con 10 studenti ciascuno e 5 Accademie d’Arte italiane con 4 studenti ciascuna. Due le settimane di lavori. Una biennale durata per ben 6 edizioni.
E poi le aperture alle scuole primarie, alle medie e fino alla scuola dell’infanzia, per la quale abbiamo preparato dei format specifici per portare i bambini dai 3 ai 6 anni a giocare con i giocattoli della Natura, uscendo direttamente in Natura con loro, con ovviamente le insegnanti e con la presenza di alcuni genitori ad ogni uscita, questo perché capiscano e vedano con i propri occhi quanto i loro figli stiano bene in Natura anziché in un centro commerciale, ad esempio! E quanto perdano interesse per tablet e telefonini vari imparando che sassi, legni secchi, erba, foglie ecc…sono dei giocattoli straordinari ed estremamente creativi!
Parallelamente abbiamo creato dei percorsi privati per bambini più grandi fra i 7 e i 12-13 anni, sempre accompagnati dai loro genitori per alcune giornate sulle grave (letti sassosi) dei fiumi, durante le quali si formano dei gruppi misti di bambini e adulti che interagiscono assieme e allo stesso livello (ovvero tutti bambini e non adulti con bambini!) per realizzare un progetto che noi proponiamo o che loro stessi suggeriscono, utilizzando solo quello che si trova in loco.
Sottolineo che gli adulti vengono depauperati del loro ruolo di “adulti sapienti” perché noi interveniamo quando tentano di prevaricare le idee dei bambini solo perché loro sono gli adulti, i genitori, “quelli che sanno”, e quasi immediatamente i piccoli li superano in idee e forza creativa. Alla fine della giornata genitori e figli hanno superato i loro confini; i genitori prendono atto delle potenzialità dei figli e i figli vedono i genitori con occhio paritario e diventano impercettibilmente meno capricciosi.
Da qui poi si sono aperte varie possibilità, anche per gruppi di soli adulti che riscoprono le energie che si acquisiscono in Natura e vogliono provare a fare di più.
Ora noi, essendo in pensione, siamo più liberi per qualsiasi iniziativa che sia legata alla preservazione della Natura senza per questo precluderne il suo godimento, sia attraverso l’Arte che attraverso le bellezze imparandone il rispetto.
Un’altra iniziativa che stiamo mettendo in atto è la raccolta delle immondizie che l’essere umano butta in giro incoscientemente, insegnandolo in primis ai bambini, per l’appunto sperando che essendo così piccoli l’insegnamento entri dentro di loro e ne diventi parte.
A cura di Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga – Fotografie di Ferdi Terrazzani
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