Un luogo magico ed incantevole da visitare per emozionarsi in tutte le stagioni

Su un affresco cartografico risalente al 1100, esposto presso la Galleria delle Carte Geografiche che porta alla Cappella Sistina in Vaticano, Reunia appare tra le località più importanti del Friuli si può capire facilmente il motivo visitando il Castello di San Pietro di Ragogna, che domina la valle del fiume Tagliamento, dal panoramico rilievo che sovrasta il Ponte di Pinzano. 

La più antica citazione con cui viene indicata Ragogna, che all’epoca si incarnava nel suo castrum, è quella di Venanzio Fortunato, scrittore e chierico vissuto nel VI secolo d.C.. In un verso della sua opera Vita Sancti Martini, scritta attorno al 565 d.C, si legge: …et super instat acquis Reunia Teliamenti… (…e Reunia sovrasta dall’alto le acque del Tagliamento…). 

Il sito di Reunia è ubicato sull’antica strada romana detta Via Germanica, che da Concordia Sagittaria si collegava alla via consolare Julia Augusta, vicino a Gemona del Friuli, per poi proseguire verso il Norico. Era un luogo fortificato, posto a controllo di un guado importante per i traffici di genti e di merci, inserito dai romani nel sistema difensivo che, allo sbocco delle Valli, rappresentava un estremo baluardo contro le invasioni barbariche. Fu rafforzato in epoca longobarda per dare rifugio alle popolazioni in occasione dell’incursione degli Avari nel 610.  

Successivamente il Castello perse la sua funzione strategica, perché i traffici si spostarono su altre rotte. Nel XIV secolo, sul pianoro a Oriente della Pieve Di San Pietro, esisteva un secondo Castello, detto inferiore, del quale sono ancora visibili la cerchia muraria e i resti di una torre.  

Secondo le cronache nel 1348, a seguito di un violento terremoto il Castello subì ingenti danni, tanto che due torri caddero; nel 1397, dopo un lungo assedio, il Castello inferiore venne conquistato e raso al suolo.  

Il Castello superiore, in tempi successivi, cambiò diversi occupanti e anch’esso subì gravi danni in occasione del terremoto del 1511 e dell’incendio del 1560, a seguito dei quali venne restaurato in maniera sommaria. Fu definitivamente abbandonato a partire dal 1650; la sua rovina venne accelerata anche dall’asportazione di pietrame, utilizzato dagli abitanti di San Pietro per costruire case, dallo smantellamento e vendita di tutto ciò che si poteva levare, decisione che fu del Conte Ermes di Porcia nel 1878, e infine dalle vicende della Grande Guerra. 

Nell 1952 la Contessa Irene lascio l’ormai diroccato Castello nelle mani del Comune di Ragogna. Il terremoto del 1976 rappresentò il colpo di grazia: il Mastio e la cinta muraria superiore vennero distrutti, l’antica Pieve di San Pietro e parte della cerchia muraria riportarono seri danni. Ma, dopo una lunga ricostruzione, attualmente il Castello di Ragogna si erge con nuovo splendore a sorvegliare pacificamente la valle, e rappresenta un’attrattiva turistica e storica di grande valore. 

 

In questa prima parte metti le foto (con didascalia) 02 – Il Castello di Ragogna e 03 – L’ingresso al Castello e il pianoro con i resti delle due torri – (cartella foto Castello) 

 

La Pieve di San Pietro 

Le prime notizie riguardanti la Plebs de Ragonea (Pieve di Ragogna) risalgono al 1247; in un catalogo del 1442 la giurisdizione della Pieve si estendeva su diverse Ville della zona. Dopo qualche secolo e molte vicissitudini storiche, attorno al 1905 la Pieve inizio a cadere in rovina a seguito della decisione di costruire una nuova chiesa in centro al paese. L’edificio fu depredato della gradinata d’accesso e della copertura, spogliato di tutti gli arredi sacri, come il fonte battesimale opera della scuola del Pilacorte nel XVI secolo e l’altare intitolato alla Santa Spina. Prima del terremoto del 1976 il presbiterio era separato dall’aula dall’arco trionfale; entrando, a destra, c’era la navata costruita nel con tre volte a crociera, vele e costoloni riuniti al centro da conci in pietra e sostenute da archi a ogiva di tradizione tardo-gotica. 

Gli scavi archeologici condotti in questi ultimi anni hanno identificato quattro fasi evolutive della Chiesa.  

La Chiesa paleocristiana, datata nella sua fase più antica al V secolo d.C., di cui si conservano pochissime strutture murarie e i resti di quella che è considerata la primitiva vasca battesimale a immersione del complesso di culto.  

La Chiesa altomedievale, che ha lasciato poche tracce di elementi murari che fanno presuppore una completa ricostruzione dell’edificio, avvenuta intorno al XI-XII secolo. Di questa fase rimangono i frammenti dei bassorilievi, riconducibili all’arredo liturgico e la tomba rinvenuta sotto il pilastro della navata cinquecentesca, appartenente probabilmente a un personaggio di alto rango. 

La Chiesa romanica. Tra la fine del XII e gli inizi del XII secolo la chiesa fu demolita e riedificata, riutilizzando murature della fase precedente ed elementi dell’arredo liturgico del secolo VIII: il nuovo edificio si configura ancora con un’aula unica e una profonda abside rettangolare, molto simile a quella altomedievale. A questo periodo è datata la seconda fonte battesimale, rivestita internamente in cocciopesto e che, a valutare dalle esigue dimensioni, segna il passaggio dal rito dell’immersione a quello dell’aspersione. La Chiesa romanica fu sicuramente restaurata dopo il terremoto del 1348; ciò si evince dal ciclo di affreschi della Genesi, nella parte centrale del muro settentrionale, risalenti al primo periodo del XII secolo. 

La fase rinascimentale. Dopo il terremoto del 1511 l’edificio subì un nuovo, consistente intervento edilizio: l’ingrandimento verso sud della navata laterale a tre arcate, raccordata al corpo principale grazie a un arco trionfale che poggiava sul muro, a ridosso dell’altare della Santa Spina. Contestualmente fu costruito l’altare del Santo Rosario (i due altari minori erano presenti sulla parete meridionale) e un nuovo presbiterio, chiuso da una cancellata a due ante. La data apposta sull’ingresso della navata, 1526, indica presumibilmente la fine dei lavori. 

Le pareti della Pieve sono arricchite da vari affreschi, riconducibili al XIII secolo; il ciclo del Vecchio e Nuovo Testamento, due scene della Passione di Cristo, alcuni frammenti che apparterrebbero a un ciclo raffigurante Cristo in trono.  

 Nella parte della Pieve metti le foto (con didascalia) che sono nella cartella Foto Pieve di San Pietro. 

Quella non numerata ha come didascalia “La Pieve di San Pietro e il Castello”, la 09 è Il campanile della Pieve di San Pietro visto dall’arco del cimitero e la 10 è Particolare di un affresco. 

 Le visite al Castello e alla Pieve 

È possibile effettuare le visite al Castello di Ragogna grazie ai volontari della Consulta del Volontariato “Ragogna aiuta Ragogna”, che accompagnano i visitatori nelle parti accessibili del Castello che sono: la prima cerchia muraria, che racchiude il panoramico pianoro del sito più antico, dove sono visibili le strutture murarie appartenenti alle due torri. Il Castello Superiore, con il Mastio, il cortile interno su cui si affacciano i magazzini, le cantine e le antiche cucine addossate al muro settentrionale. L’antica Pieve di San Pietro, con la torre campanaria e il cimitero disposto su due livelli.  

All’interno del Castello, oltre alle sale disponibili per l’organizzazione di mostre ed eventi culturali, si può effettuare la visita alla Mostra Tagliamento, situata nella grande sala al secondo piano, dalle cui finestre si gode uno splendido panorama sul fiume Tagliamento. La mostra espositiva è organizzata grazie a un progetto condotto dal Comune di Ragogna in sinergia con i comuni di San Daniele del Friuli, Dignano, Spilimbergo, Pinzano al Tagliamento e Forgaria del Friuli, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. 

L’esposizione ha una grande valenza didattica ed è rivolta, oltre che alle scolaresche, a chiunque sia interessato al tema. La sala contiene le bacheche dedicate ai reperti attinenti al maggior fiume friulano quali fossili, cartoline, oggetti d’artigianato e d’arte prodotti con materiali recuperati a bordo d’acqua. Un plastico molto particolareggiato e unico nel suo genere raffigura il bacino e il territorio del fiume, segnalando i siti geologicamente e storicamente più importanti.  

Il diorama riproduce lo spaccato del tipico greto del fiume, mentre i pannelli illustrati ne richiamano i contenuti naturalistici, storici, geologici, culturali, ingegneristici. Le immagini sono di grande bellezza e la biblioteca tematica è affiancata da una postazione computerizzata e dotata di video. 

 

Per la parte delle visite puoi mettere le foto 05 – Resti delle antiche strutture murarie, 06 – Il Mastio e 07 – La Mostra Tagliamento (cartella foto Castello) 

 

La Consulta del Volontariato “Ragogna aiuta Ragogna” 

La Consulta del Volontariato ‘Ragogna aiuta Ragogna’ il 16 settembre 2022 ha compiuto 16 anni. Nata per gestire il Castello attraverso un piccolo gruppo di volontari, negli anni è diventata una colonna portante di grande aiuto per il Comune e per l’intera comunità. L’Associazione infatti si occupa anche di gestire il centro di Aggregazione Giovanile; al suo interno porta avanti da anni un progetto per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, finanziato dal Comune, e un corso di inglese per adulti, oltre a coordinare attività proposte dalle Associazioni esterne e organizzare corsi e iniziative in collaborazione con le altre realtà del territorio.  

Si occupa inoltre della preaccoglienza scolastica, dell’accompagnamento sul pulmino per la Scuola dell’Infanzia e di collaborare con il Comune per l’apertura della biblioteca dove, durante l’inverno, si organizzano anche letture per i bambini. L’attività più importante rimane però la gestione del Castello, che, grazie all’incessante e prezioso lavoro dei volontari, negli anni ha dato grandi risultati.  

Dalle sole aperture durante il fine settimana, per i turisti, l’Associazione è passata a organizzare visite guidate in qualsiasi giorno della settimana, per gruppi e scuole di qualsiasi ordine e grado, con volontari preparati a tale scopo. Dalla primavera all’autunno si possono ammirare, all’interno del Castello, mostre di vario tipo: pittura, scultura, mosaico, modellismo e altro ancora ed è possibile partecipare alle numerose serate di eventi culturali che l’Associazione coordina e sovraintende. 

 

In questa ultima parte, se vuoi, puoi inserire le foto 04 – Il secondo ingresso al Castello – e 08 – Particolare (questa la puoi mettere anche senza didascalia) 

 

Informazioni: 

Cell. +39 340 8415410 (Giovanni Urtamonti) 

Mail: consultavolontariatoragogna@gmail.com  

Il Castello di San Pietro di Ragogna è aperto al pubblico con ingresso gratuito da maggio a fine ottobre, il sabato e la domenica dalle ore 14,30 alle ore 18,30. La prenotazione non è necessaria se non in occasione della manifestazione Castelli Aperti.  

Per visite durante il periodo invernale o in orari e giorni diversi da quelli indicati potete contattarci telefonicamente. 

Testo di Lucia Braida, con la collaborazione di Giovanni Urtamonti – Foto di Ferdi Terrazzani