Un luogo strategico, al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, che domina il punto d’incontro tra due vallate.

Il Castello di Caneva sovrasta la pianura e l’alto corso del fiume Livenza da un ripido colle ai piedi della grande scarpata del Cansiglio; un luogo strategico, al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, che domina il punto d’incontro tra due vallate. Si ritiene che il maniero sia stato edificato nei pressi di una torre di avvistamento romana, la quale a sua volta era costruita su un castelliere neolitico e/o paleo-veneto.  

Alcuni scavi archeologici del 1995 hanno riportato alla luce sepolture alto-medioevali, forse longobarde, e si suppone che il colle e tutta l’area che scende verso la pianura fosse abitata e coltivata. Il Castello comprendeva due cinte murarie, una sulla cima del colle proteggeva le dimore signorili e il mastio; la più bassa circondava il borgo e gli annessi agricoli sui terrazzamenti del colle. 

I primi documenti scritti testimoniano che nel 1034 il Castello di Caneva fu concesso dall’Imperatore Corrado II al Patriarca di Aquileia Popone, per contrastare l’avanzata degli Ungari. Ambito da molti nobili per via della sua collocazione, fu teatro di numerosi scontri tra le truppe patriarcali e quelle della Marca Trevigiana, che nel 1177 lo assediarono per 15 giorni provocando morte e devastazione.  

Nel 1203 viene rivendicato dal patriarca Pellegrino II; poi passò di mano in mano tra Giovanni di Zuccola Spilimbergo nel 1297, Federico di Savorgnano nel 1337 e Giovanni di Toppo nel 1356. Nel 1385 il maniero fu occupato dalle truppe dei Carraresi, signori di Padova. Tornò in possesso della chiesa Aquileiese fino al 1419, quando passò assieme a tutto il patriarcato sotto il controllo della Serenissima, che concesse autonomia alla giurisdizione di Sacile e un certo grado di autoamministrazione con un podestà veneziano a Caneva, anche per evitare le dispute mai placate con Sacile per il controllo di fiere e mercati.  

Il Castello, mantenuto in piena efficienza e grazie anche ai numerosi fossati scavati attorno ad esso, resistette agli attacchi dei Turchi, che dal 1477 al 1499 invasero a più riprese il Friuli. 

Successivamente il fortilizio conobbe un periodo di pace, ma allo stesso tempo iniziò la sua decadenza tanto che nel ‘600, ormai diroccato, venne completamente abbandonato. Oggi possiamo ancora osservare i resti dei muraglioni della cinta di difesa e di alcune torri.  

All’interno della cerchia muraria si trova la Chiesa di Santa Lucia, costruita nel XI secolo e inizialmente dedicata a San Salvatore. Ricostruita e ampliata nel XVI secolo sulle antiche strutture, è ancora ben conservata. Nella Chiesa sono visibili alcuni affreschi rinascimentali, tra cui un San Lorenzo entro una nicchia, dipinta dal pittore Pietro Gorizio.  

La torre campanaria è frutto di un riadattamento del vecchio torrione di accesso al Castello. Sopra la porta si trova il bassorilievo del Leone di San Marco, simbolo della città di Venezia e della sua antica Repubblica. 

Di Lucia Braida – Foto di Ferdi Terrazzani