Nel magazine I Borghi Più belli del FVG vi portiamo nei posti più esclusivi e suggestivi di questa bellissima regione uno fra questi è Poffabro
Borgo dei Presepi, luogo magico, paese dove la Natività si sposa con la tradizione. Poffabro è stato inserito nel novero dei Borghi più belli d’Italia e per questa località sono state coniate molte definizioni, anche se è difficile trasferire su carta l’atmosfera che si respira in questo abitato, che si raggiunge dalla pianura attraversando un paio di gallerie che hanno sostituito un’antica rotabile stanca di inseguire i capricci di un torrente, che per aprirsi un varco verso il mare è stato costretto a scavare la roccia. Il Torrente Colvera non è un corso d’acqua qualunque e questo lo sapevano le “Agane”, creature misteriose metà donne e metà sirene che dalla notte dei tempi si divertivano a sbeffeggiare gli ignari viandanti, specie quelli attratti dai loro suadenti richiami.
Mitologia a parte a Poffabro, l’antico Pratum favri ovvero prato dei fabbri, un tempo noto per la lavorazione del ferro e la produzione di lame, è necessario venirci magari solo per assaporare l’aria si respira tra queste case, che sembrano nate dalle colate di ghiaie che scivolano in modo impercettibile ma continuo dal Raut, la roccaforte che con i suoi duemila e passa metri di altezza s’erge a confine del Parco delle Dolomiti Friulane Patrimonio dell’UNESCO; Raut è un nome che suona severo perché la vita di montagna è sempre stata severa. Poffabro, suddito della Serenissima Repubblica di Venezia, era un commun poverissimo che chiedeva l’esenzione dalla tasse, ma che aveva il coraggio di denunciare le riunioni delle streghe che si davano appuntamento in un prato, chiamato Malgustat, poco sopra il paese.
Poffabro è pietra, è legno di castagno, ma anche porto di montagna dove fin dall’Ottocento salpavano le navi dell’emigrazione che puntavano la prua verso un oceano dalle sponde lontanissime. Poffabro è un’anima che per vincere le avversità ha voluto che le case fossero vicine, unite, perché la fame, la paura e le malattie facevano meno paura solo se erano condivise. Il ricordo del vecchio mondo arcaico e pastorale è percettibile nei vicoli e nei cortili uniti tra loro da archi di pietra dove l’eco dei passi, non trattenuto dal selciato e dalle mura, libera l’eco di esistenze trascorse, di struggenti addii ma anche di qualche ritorno. Poffabro è il respiro dei camini che affidano al vento l’anima dei frassini mentre la grigia essenza si consuma con una lentezza immutata da secoli.
Tutto questo è Poffabro, dove ogni anno a Natale i cento e più presepi trovano la loro naturale collocazione. Poffabro, infatti, da cinque lustri è sinonimo di Natività sia per i cristiani, sia per chi pur credendo in un altro Dio o magari nel nulla, non può ignorare la manifestazione che vede cortili, nicchie e balconi occupati da presepi di ogni forma, grandezza e stile. A Poffabro è necessario venirci magari per sbuffare nei tornanti che dalla Crosera arrivano nella piazza del paese, che è un’agorà che permette di ammirare monti, colline, borghi e cielo. Poffabro si può anche raggiungere salendo la Strada del Fisar (fico), un viottolo erto e lastricato che porta direttamente nel cuore della borgata.
Viabilità e collegamenti
Poffabro (altezza media 500 m. s.l.m.), è con Casasola una delle due frazioni del Comune di Frisanco ed è raggiungibile in pochi minuti in auto da Maniago, dalla quale lo dividono cinque chilometri. Servizio giornaliero di autocorriere da e per Maniago. Stazione ferroviaria a Maniago (tratta Maniago-Sacile). Poffabro offre un ampio parcheggio in località Crosera (Market, Ufficio Postale, Farmacia) ed altri parcheggi posti a ridosso del borgo. Collegato con la Valle del Cellina (Andreis) tramite il valico stradale della Pala Barzana e con Meduno e la Val Tramontina con passaggio per le strette vie di Navarons.
Strade minori conducono alle borgate Val di Frina, Pian delle Merìe e Valdestali distribuite nel territorio; da quest’ultima località, nelle giornate limpide si gode una splendida visuale sulle Alpi Giulie, Golfo di Trieste e sulla linea del mare Adriatico e un breve sentiero scende tra le case di Preplans e quindi al fiume Meduna. Altre borgate minori, composte da poche case, sono circondate da boschi e da colline ed attendono di essere scoperte ed ammirate.
Cosa vedere
La tipologia costruttiva delle case è uno splendido esempio dell’architettura spontanea risalente ai secoli XVI e XVII che caratterizza la Val Colvera. Archi, corti interne e ballatoi di legno costituiscono un ricca dote che il borgo ha conservato per i visitatori. Accanto alla piazza sorge la Chiesa di S. Nicolò (visitabile) con il campanile romanico. Il vicino edificio, un tempo adibito a latteria, è attualmente nella disponibilità del Parco delle Dolomiti Friulane e al suo interno ospita l’interessante Museo dedicato alle latterie e alle trascorse attività di malga. Non è raro vedere all’interno delle corti le opere pittoriche dell’artista autodidatta Giacomo Marizza, vissuto a Poffabro nell’Ottocento. Dopo aver visitato Poffabro si possono allargare le conoscenze raggiungendo la Chiesa della Madonna della Salute, che si trova nella borgata Pian delle Merìe ed anche quella della Beata Vergine Addolorata, meglio nota come Madonna della Stangjada, raggiungibile dalla strada che dal capoluogo Frisanco sale in Valdestali. Scendendo dalla parte nord-orientale del borgo di Poffabro, proprio davanti al parcheggio, un vecchio mulino, recentemente consolidato nella struttura, ricorda l’attività di macinazione che aveva dato un importante contributo al sostentamento delle famiglie. Tra l’altro il mulino era alimentato dall’acqua del Torrente Muiè, tributario del Meduna, mentre i torrenti Colvera di Raut e Colvera di Jouf, dopo essersi uniti nei pressi delle gallerie, compiono il loro percorso verso la pianura in una lunga forra.
Eventi
Imperdibile è l’esposizione dei Presepi, che dalla prima domenica di dicembre all’Epifania richiama migliaia di visitatori che arrivano anche dalla Slovenia, dall’Austria e dalla Germania. Poffabro nel corso degli anni si è imposta come la perfetta “location” per questo tipo di evento che non finisce mai di stupire. Degne di nota sono la tradizionale manifestazione “Paesi Aperti”, che si svolge la prima domenica di settembre, e nel mese di luglio l’appuntamento annuale con il Circo di Strada Brocante dove il “cast” è composto da giovanissimi circensi che arrivano da tutta Europa e non solo. Per lo sport, in particolare per i runners, ogni anno nel giorno di Ferragosto si corre “la Marcia col Ciapel” (Marcia con il cappello), un appuntamento ormai irrinunciabile per chi sbircia nel Calendario FIASP (Federazione Italiana Sport Popolari). Apprezzata dai podisti della domenica e dagli atleti più evoluti, la manifestazione offre tre diversi ed ottimi percorsi che si snodano tra colline e boschi della vallata e per questo la marcia ferragostana richiama migliaia di partecipanti.
Escursioni
Nei dintorni di Poffabro e in generale nella Val Colvera ci sono sentieri che permettono di raggiungere le varie borgate. L’ultimo nato in ordine di tempo è il Sentiero della Salamandra con partenza ed arrivo dalla piazza di Poffabro; la lunghezza (5 chilometri) e il modesto dislivello altimetrico (m.155) lo rende fruibile a tutti. Un tratto di questo sentiero è accompagnato dalle sculture che rappresentano le stazioni della Via Crucis, che terminano davanti al Monastero Benedettino in località Taviela. Tuttavia non mancano itinerari più impegnativi. Partendo da Poffabro si può raggiungere la vetta del Monte Raut (m. 2025) seguendo i sentieri CAI 899 e 967, tracce consigliate solo per escursionisti esperti (EE). Un altro sentiero, il CAI 973a lascia Poffabro e sale ripido verso Forcella Salinchèit (m. 1459), prima tappa di un percorso ad anello che si snoda nel versante della Val Tramontina (ottimo panorama sui laghi di Redona e Selva e sulle vette delle Prealpi Carniche) e passando per la Casera Salinchèit (m.1356), raggiunge con il sentiero CAI 973 la Casera Valine Alta (m.1344). Da qui la traccia, divenuta CAI 968 raggiunge Forcella Racli (m.1590) per poi scendere a Poffabro. Questo lungo, faticoso ma panoramico itinerario è riservato ad escursionisti allenati e pratici di montagna. Una rotabile sterrata dalla località Fornasatte (siamo nei pressi delle gallerie che conducono a Maniago) porta ai Landri Scur e Landri Viert. Landri significa antro o grotta e qui potremo ammirare queste estrose manifestazioni della natura grazie ad un percorso recentemente segnalato con tabelle e dedicato alla memoria dell’appassionato botanico Adriano Bruna.
Informazioni:
Per chi vuole conoscere Poffabro e in generale la Val Colvera è disponibile il sito internet www.vivivalcolvera.it promosso dalla Pro Loco che presenta storia, fatti, eventi ed in generale tutto ciò che riguarda la vallata.
Ringraziamo sentitamente Mario Tomadini – Accademico dell’Istituto Arte e Cultura Alpina- Gruppo Italiano Scrittori di Montagna