Vittoria ci spiega come salire su questa catena montuosa impervia quanto stupenda, che si trova in Alta Val Torre
Vittoria Malignani è nata a Udine, è una personal trainer, fotografa professionista e grande appassionata di montagna. Tra i suoi antenati annovera Giuseppe Malignani, pittore dell’Ottocento che fu uno dei primi fotografi in regione e Arturo Malignani, imprenditore e inventore, pioniere nello sviluppo dell’energia idroelettrica.
In questo articolo Vittoria ci spiega come salire sulla Cima Ovest dei Monti Musi, catena montuosa impervia quanto stupenda, che si trova in Alta Val Torre.
La Cima Ovest del Monte Musi (1866 m slm) dalla Val Torre non è propriamente una gita “semplice” ma non ha nulla da invidiare ad altre montagne ben più alte: l’ambiente è molto selvaggio, impervio e se si trovano delle condizioni sfavorevoli può essere anche pericoloso (umido, foglie scivolose, terriccio franoso, neve ecc…). Serve una buona preparazione fisica per sostenere le pendenze che il sentiero presenta: quasi costante per tutto il tragitto una media di poco più di 45°.
Imboccato il sentiero dal parcheggio, proseguire per il bosco sino all’Agriturismo “LA AleGra” e alla casetta di vetro; tenere sulla DX la recinzione e inoltrarsi nel bosco. Guadare con attenzione il torrente Mea e assicurarsi che non ci sia ghiaccio sulle pietre (cosa probabile nelle mattine d’inverno e in autunno inoltrato). Seguire il sentiero 737 sino al bivio e prendere le indicazioni per il Bivacco Brollo e la Cima dei Musi. Il sentiero 737 parte da subito con una pendenza importante, mettendo a dura prova i quadricipiti su una tortuosa serpentina, che però fa prendere quota con facilità.
Si susseguono alcuni falsipiani che portano alla forra di un torrente, il tratto è esposto ma attrezzato. Da qui si continua a salire senza tregua e il terreno si fa più impervio. Poco oltre sarà possibile rifornire le borracce dalla sorgente, unica ed ultima fonte d’acqua per il resto della salita alla cima. Dopo alcune svolte tra i prati, si rientra in un boschetto, più rado, ma comunque ricco di foglie secche. Troviamo delle roccette da salire con attenzione sino al raggiungimento di una rampa erbosa molto verticale (visibile fin dalle prime curve di salita), contornata da pareti di roccia e mughi. Fare molta attenzione in questo tratto perché la presenza di foglie secche ed erba rendono scivoloso il terreno (già di suo instabile). Qui il sentiero prende decisamente quota, una volta arrivati ad una “forcelletta” si aprirà una meravigliosa vista sui Musi.
Da qui il sentiero piega a SX e copre una piccola pendenza dentro a un bosco (anche qui, se fate l’escursione in inverno o in autunno prestare la massima attenzione sia in salita che in discesa alle foglie! Si scivola e ci possono essere sassi sotto di esse non visibili!). Finito il bosco si sale per l’ultimo pendio ricco di mughi e si raggiunge l’agognato bivio: Bivacco Brollo o Cima Musi. Consiglio vivamente un salto al bivacco, perché offre una visione sublime sulle Dolomiti friulane, sulla pianura udinese, sul Golfo di Trieste e sul Monte Nero! Spettacolare in giornate limpide (vedevo le petroliere nel mare!).
Se vi siete concessi una pausa, rimettete tutto in ordine nel bivacco e proseguite per l’ultima dorsale. Qui il sentiero è decisamente più agevole, ma c’è da mettere in conto la fatica: non bisogna abbassare la guardia. La ferrata non presenta particolari difficoltà e sale con roccette di I grado e qualche tratto esposto. Fare massima attenzione alle corde, sono lasche e non garantiscono un appiglio sicuro. Attenzione al grip: le rocce non sono delle più amichevoli e spesso riservano degli improvvisi scivoloni (anche con gli scarponi adeguati). Prima della cima troverete un’indicazione che vi segnala la possibilità di raggiungere la Cima Est, la più alta, e la relativa ferrata sulla cresta. Io ho proseguito dritta per la cima più bassa. C’è il libro di vetta da firmare.
Il panorama nelle giornate più limpide è indescrivibile! Siete sul primo “muro” alpino tra mare e montagna, da dove appaiono le loro Maestà il Monte Canin e il Montasio. Attenzione alla discesa.
Se potete portate qualche provvista al bivacco. Va sempre bene renderlo vivibile e godibile a chi ne ha bisogno.
Come arrivare all’inizio dell’itinerario:
Da Udine prendere la SS13 in direzione Tarvisio. Seguire le indicazioni per Tricesimo e Tarcento. A Tarcento prendere la SR646 per la Val Torre/Uccea. Proseguire dritto e superare tutti i paesini arrivando al ristorante “Le Sorgenti” e quindi a Musi. Da qui ci sono due opzioni:
– La più breve: superare le indicazioni per Musi e proseguire sulla strada, fare attenzione al lato destro della carreggiata per la presenza di una segnaletica di sentiero CAI sul muro di protezione in pietra. Svoltare a SX in prossimità di tale segno e parcheggiare. Da poco tempo c’è un Agriturismo, la AleGra (casera Tanatcason) che è indicato proprio lì al parcheggio: impossibile sbagliare.
– seguire le indicazioni per Musi dopo il ristorante “Le Sorgenti” e poi superare il borgo e dirigersi nella frazione di Simaz. Parcheggiare e seguire le indicazioni per Pian dei Ciclamini.